Cannabis: La pianta
La prima documentazione scritta sull’uso medico della canapa risale al 200 a.C. ed è costituito dal primo testo di medicina cinese, il Shennong Bencao Jing.
In Europa la prima traccia scritta sull’uso medico della canapa si trova nell’Old English Herbarium del IX secolo, dove la si consiglia per medicare le ferite e “per il dolore delle interiora“.
Alla fine dell‘800, i chimici erano diventati abbastanza bravi da isolare e riconoscere alcune sostanze contenute nelle piante e nel 1899 fu isolato il primo composto presente nella canapa, il cannabinolo (CBN) e solo nel 1964 il teraidrocannabinolo (THC), principio psicotropo della Cannabis.
CANNABIS MEDICA
A metà Ottocento la canapa era ampiamente utilizzata in medicina e tutte le grandi case farmaceutiche producevano preparati a base di Cannabis.
Dopo il 1920 il clima sociopolitico cambia fino ad arrivare al ’68 e alla rivoluzione dei “figli dei fiori” che porta come reazione «lo stigma» della cannabis.
Solo con il nuovo millennio si comincia a riconoscere il possibile valore terapeutico ed iniziano timidamente le prime legalizzazioni.
L’ampissimo spettro delle attività farmacologiche dei cannabinoidi sembra dischiudere infinite possibilità di impiego.
Nessun’altra classe di composti ha suscitato tanto interesse scientifico quanto tante controversie a livello sociopolitico.
I fitocannabinoidi della cannabis
Vengono estratte più di 700 molecole biologicamente attive; THC e CBD sono i più famosi perchè oggetto anche di molti studi scientifici.
- Tetraidrocannabinolo (THC)
- Cannabidiolo (CBD)
- Cannabinolo (CBN)
- Cannabigerolo (CBG)
… ed altri classificati
CANNABIDIOLO CBD
- Tra tutti i cannabinoidi il CBD rappresenta il più promettente da un punto di vista farmacologico, grazie alla mancanza di psico-attività e alle innumerevoli proprietà.
- Nel novembre 2017 la WHO (The World Health Organization) classifica il CBD come sostanza non in grado di determinare abuso o dipendenza nell’uomo, non emergendo evidenze circa problemi di sanità pubblica correlati al suo consumo.
- Nel gennaio 2018 anche la World Anti-Doping Agency elimina il CBD dalle sostanze proibite all’uso degli atleti.
- ANTIOSSIDANTE: L’attivazione dei recettori CB2 è stata correlata a una diminuzione dei livelli di ROS e TNFa. Inoltre, lo stesso CBD presenta nella sua struttura molecolare un anello fenolico in grado di catturare i radicali liberi e chelare gli ioni metallici. Studi dimostrano che in presenza di CBD si ha un aumento dell’attività di superossido dismutasi (SOD) e glutatione perossidasi (GSHPx), oltre che ad un aumento dei livelli di glutatione (GSH).
- ANTINFIAMMATORIA: Il CBD si lega in particolare ai recettori CB2, presenti prevalentemente nei tessuti periferici e nelle cellule coinvolte nella funzione immunitaria. L’azione del CBD sui CB2, pertanto, fa si che ci sia un minor richiamo di cellule immunitarie e un minor rilascio di citochine proinfiammatorie. Anche la sua azione agonista sui recettori TRPV delle stesse cellule fa si che il Ca non entri all’interno impedendo il rilascio di citochine. Infine, il CBD si lega al recettore nucleare PPARy con conseguente inibizione dell’espressione dei geni proinfiammatori che trascrivono per COX, TNFa, IL etc.
- ANALGESICA: Oltre ad agire sul dolore nocicettivo di natura infiammatoria sopprimendo lo stimolo alla sua origine, il CBD modula la percezione del dolore grazie al legame con i recettori oppioidi μ, con i recettori per la serotonina 5-HT e con i recettori per l’adenosina A2A. Inoltre, grazie all’attivazione del recettore TRPV riduce la liberazione di neurotrasmettitori e quindi la trasmissione del segnale algico.
- ANTICONVULSIVANTE/MIORILASSANTE: Il legame di tipo antagonista con i recettori GPR55 mantiene bassi i livelli di Ca intracellulare.
AREA DI UTILIZZO DEI CANNABINOIDI CBD E THC
- NEUROLOGIA: L’uso di cannabinoidi può intervenire rallentando la progressione della malattia, migliorando lo stato cognitivo, la motricità e l’equilibrio, controllando dolore e infiammazione.
- ONCOLOGIA: I cannabinoidi si qualificano come un aiuto importante per la possibilità di essere affiancati ai diversi protocolli di trattamento chemio/radioterapici con beneficio sul controllo delle complicanze più frequenti (nausea, vomito, neuropatie) ed anche per il trattamento dei sintomi associati alla patologia primaria (dolore, astenia, depressione).
- REUMATOLOGIA e DOLORE OSTEOARTICOLARE: Le patologie che si accomunano per sintomatologia dolorosa, andamento altalenante e progressivo dei sintomi, frequente ricorso ad antinfiammatori e steroidee che incidono sulla qualità della vita. L’uso di cannabinoidi interviene soprattutto nel controllo del dolore e dell’infiammazione, che potrebbero migliorare i sintomi e la qualità della vita.
- GINECOLOGIA: Le patologie che rientrano in questo ambito affliggono soprattutto donne con sintomatologia dolorosa pelvica e genitale che si vedono costrette a modificare il loro approccio alla vita di tutti i giorni e alla loro sfera sessuale. Sono molte le strategie farmacologiche e fisioterapiche che vengono intraprese per risolvere questi sintomi talvolta invalidanti. L’uso di cannabinoidi si inserisce tra queste per l’importante effetto come rilassante muscolare, antalgico e antidepressivo